L’Archivio ANCI on line con xDams, la prima realizzazione autonoma

L’Archivio Storico dell’ANCI utilizza xDams ed è stato pubblicato on line, una notizia di interesse per tutti ma che ha un valore particolare per coloro i quali lavorano da ormai due anni al progetto xDams Open Source.

Questo Archivio fa parte di un progetto più ambio e ambizioso (http://www.centrodocumentazionecomuni.it) e la sua pubblicazione, per la prima volta, non è stata resa possibile da chi ha sviluppato originariamente il prodotto ma direttamente dall’ANCI e da persone come @Valerio che con i suoi colleghi ha scaricato, installato e reso funzionante xDams in autonomia, avvalendosi del supporto del nostro staff attraverso il forum, cui ha contribuito viceversa rendendo tutti partecipi delle proprie esperienze.

xDams è stato sviluppato da regesta.exe (società per cui lavora chi scrive) nel corso di un progetto internazionale a partire dal 2002 e dal luglio 2012 è stato rilasciato sotto licenza open source per promuoverne la libera diffusione. Questa realizzazione, proprio perchè portata a termine da altri in autonomia, da senso agli sforzi fatti da tutto lo staff di regesta per rendere xDams un prodotto open source, utilizzabile da chiunque, la concretizzazione dell’aspirazione di dare il nostro contributo al movimento per il software libero.

4 thoughts on “L’Archivio ANCI on line con xDams, la prima realizzazione autonoma

  1. Mi interesserebbe sapere, se possibile, chi ha in effetti curato l’ordinamento e la digitalizzazione dell’Archivio ANCI (in parole povere, chi sia @Valerio e i suoi colleghi): la sua esperienza potrebbe essere di esempio per molti archivisti liberi professionisti. Grazie

  2. ciao Angelo,
    in effetti abbiamo chiesto a Valerio di scriverci un post per spiegarci la sua esperienza, contiamo di averlo quanto prima. In ogni caso puoi eventualmente contattarlo drettamente registrandoti al sito. Ciao Carlo

    1. Ti ringrazio per le indicazioni 🙂 proverò a contattarlo direttamente. La sua esperienza mi interessa in modo particolare perché mi sembra confermare la necessità di riformare i programmi delle scuole di APD in modo da mettere i giovani archivisti freelance nelle condizioni di replicare l’esperienza di Valerio.

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